L'inizio del percorso è posto subito fuori l'abitato di Bagno di Romagna (496 slm.). Dopo la casa cantoniera, sulla dx è posto un cippo in pietra serena con la scritta: "Comune di Bagno di R.- Mulattiera di Pietrapazza".
Si inizia in salita e dopo poche decine di metri si transita di fianco al podere Falcone, vecchia casa colonica oggi ristrutturata ed abitata; continuando tra muretti a secco, si lascia sulla sx un cancelletto in ferro, che porta ad una cappella adibita a cimitero privato, nascosto tra un boschetto di pini.
Subito dopo oltrepassiamo la deviazione per il podere la Rocca, sulla dx, quindi subito dopo in piano sempre a dx è posto il basamento in legno con il profilo altimetrico del percorso.
Dopo una leggera salita continuiamo in pianura, in basso sulla sx scorre il torrente Volanello, sopra il quale è posto il Mulino, modesta struttura, rimessa a nuovo ed abitata. Più scostato in alto tra campi è visibile il bel podere Varlunga.
Continuiamo ancora in pianura, tra boschetti di varie composizioni: rimboschimenti con pino nero e cedui con roverella, carpino nero cerri e frassini e arbusti come ginepri, rosa canina, ginestra odorosa, biancospino. Nel periodo primaverile nelle scarpate ai margini della mulattiera si possono notare fioriture di primule, viole, epatiche.
Poco dopo giungiamo ad un crocevia, a sx in basso si devia per la fonte sulfurea del Chiardovo, a dx in salita verso il Castellaccio o Vlaneta (580 slm.) e Valmaggio.
Mantenendoci sulla mulattiera continuiamo a percorrere la strada davanti a noi e subito ci inoltriamo in un boschetto con un tratto da affrontare con cautela, sebbene riparato da una staccionata, in quanto un dirupo si affaccia sul torrente sottostante, al cui letto si giunge poco dopo.
Da qui inizia la salita e gradualmente si abbandona il letto del Volanello, transitiamo a tratti allo scoperto, a tratti all'jnterno del bosco, che specialmente nel periodo di maggio assume un aspetto suggestivo con macchie qua e là di colore giallo intenso, dovute alle caratteristiche fioriture del maggiociondolo.
Proseguiamo con l'alternanza di salite e zone pianeggianti, fino a giungere ad una croce in ferro posta sulla dx, tra la vegetazione, sicuramente a ricordo di un decesso avvenuto in tempi passati.
Subito dopo una faticosa salita di poche decine di metri ci porta alla casa del podere Barco (778 slm.), della quale sono rimasti solo pochi muri ricoperti da rovi.
Si alternano ancora salite e pianure lungo la ben visibile mulattiera, ed ogni tanto lungo il percorso si possono scorgere rimboschimenti a pino nero, abete rosso, impiantati su ex coltivi, in tempi passati lembi di terra lavorativi vitali per i poderi posti lungo la nostra mulattiera.
Da qui a poco si giunge a Casanova (842 slm.) sulla dx, accanto alla quale è posta una stazione di pervinca, bel fiore dal colore azzurro violaceo.
Un tratto in leggera discesa e poi su ancora in salita per giungere in breve a I Prati (891 slm.), in rovina, oltre il quale a destra del percorso vi è un' ampia galistrata. Dopo averla oltrepassata, ci apprestiamo ad affrontare l'ultimo tratto in salita; lasciamo sulla dx la deviazione per Monte Castelluccio e già siamo a Passo Monte Carpano (1031 slm.), nella strada sterrata che giunge dalla statale dei Mandrioli.
MONTE CARPANO - PIETRAPAZZA
A Passo Monte Carpano (1031 slm.) il paesaggio è dei più suggestivi, spaziando sulla lussureggiante vegetazione della catena appenninica, verso nord- ovest fino al Falterona, da cui nasce il fiume Arno con sotto le suggestive valli e vallecole irregolari e brulle, mentre verso sud-est è subito riconoscibile il monte Comero e dietro l'imponente Monte Fumaiolo da cui nasce il Tevere.
Qui è posto un cippo gigantesco in pietra, riferimento per il viandante in transito, con vicino le indicazioni per le varie direzioni: a sx sulla sterrata per Passo Lupatti e ss71, a dx in salita lungo un sentiero sullo" sfatticcio" della marna verso Monte Carpano e Monte Castelluccio, a dx in discesa ancora sulla sterrata forestale il nostro percorso, che seguiremo con una serie di curve fino a giungere a Riodolmo (486 slm.), riportato nelle vecchie mappe come Casina, oltrepassato il quale, dopo circa 100 mt. imbocchiamo sulla sx la vecchia mulattiera, e subito possiamo scorgere sulla dx i ruderi coperti da rovi della vera Ca' Ridolmo (439 slm.).
Cominciamo a scendere, oltrepassando zone galistrate e altre con una rada copertura arborea con roverella, cerri, carpini, lembi di rimboschimento a pino nero, arbusti quali ginepro, rosa canina, biancospino, fino a giungere ad una bellissima maestà detta della Casaccia (alla sua base, su una pietra è tuttora visibile la data in cui fu costruita: 1858), oltre la quale era posta l'omonima casa, scomparsa anni addietro per opera di una rovinosa frana.
L'oltrepassiamo grazie ad un sentiero, che poco dopo ci riconduce alla mulattiera.
Si scende ancora, e sull'altro versante sono già ben visibili imponente in cima al crinale la Siepe dell'Orso (979 slm.) e più in basso il Rignone (746 slm.) la Casetta (684 slm.) e più scostato a sx Ca' San Giavolo (888 slm.).
A tratti è ancora visibile la selciatura della vecchia mulattiera che transita ad intervalli in boschetti e zone aperte dalle quali è ben visibile nel crinale di fianco a noi una maestà, da dove transita la mulattiera che da Pietrapazza porta all'Eremo nuovo (734 slm.). Con una deviazione sulla dx aggiriamo una frana che interrompe bruscamente il nostro tragitto, siamo ora in un boschetto e poco dopo sulla sx vi è l'indicazione per la deviazione verso l'Eremo Nuovo; giungiamo così ad un ponticello in pietra, oltrepassato il quale ci troviamo a Pietrapazza (618 slm.).